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Sul corpo di Resinovich forse il Dna dell'assassino

Sul corpo di Resinovich forse il Dna dell'assassino

La perizia suggerisce esami sui peli. 'Lesioni non accidentali'

TRIESTE, 06 marzo 2025, 21:00

Alice Fumis

ANSACheck
Liliana Resinovich - RIPRODUZIONE RISERVATA

Liliana Resinovich - RIPRODUZIONE RISERVATA

 L'auspicio è che il corpo di Liliana Resinovich possa ancora 'parlare'. E questa volta attraverso alcuni "elementi piliferi" emersi "dagli indumenti, dai sacchetti che avvolgevano il capo e dai peli pubici". Nuovi elementi su cui la super perizia firmata dalla anatomopatologa forense Cristina Cattaneo suggerisce "approfondimenti genetici a mezzo di nuove tecnologie di sequenziamento ultramassivo (Ngs) nell'ottica della ricerca di terze persone coinvolte". 

 

 

L''area boschiva del parco dell'ex ospedale psichiatrico di San Giovanni di Trieste

 

 Caccia aperta dunque a un possibile Dna dell'assassino. A quanto si apprende, il materiale è stato rinvenuto in minima quantità e il rischio che possa essere intervenuta una contaminazione in una prima fase delle indagini rimane. La Procura di Trieste, che aveva affidato l'incarico a Cattaneo per la consulenza è già al lavoro sulle risultanze. La perizia di oltre 200 pagine è finita sul tavolo della pm Ilaria Iozzi, nuova titolare del fascicolo. A sua disposizione anche il materiale raccolto nelle prime fasi dopo la morte della 63enne.
Sulla base delle nuove evidenze saranno orientate ulteriori indagini. Nuovi sviluppi imminenti sarebbero prematuri e allo stato non risulterebbero provvedimenti di misure cautelari. La super perizia suggerisce anche di estendere approfondimenti per "tutti gli estratti ancora esistenti delle indagini genetiche già effettuate ritenuti pertinenti, nonché per le formazioni pilifere già precedentemente campionate dalla polizia scientifica".


In generale le conclusioni del lavoro svolto da Cattaneo, assieme a Stefano Vanin, Stefano Tambuzzi, Biagio Eugenio Leone, parlano chiaro: non si tratta di un suicidio. Le evidenze tecniche a disposizione "convergono a delineare uno scenario in cui solo una dinamica omicidiaria estrinsecatasi a mezzo di soffocazione esterna diretta trova concreta motivazione tecnica". La causa di morte "è da ricondursi a una asfissia meccanica esterna contestuale o immediatamente successiva alla applicazione di lesività di natura contusiva certamente al capo, alla mano destra e molto probabilmente ad altre sedi del corpo (torace e arti)". La morte con "elevatissima probabilità" si colloca nella mattinata del 14 dicembre 2021, giorno in cui Resinovich è scomparsa, ed è "molto probabile" che il corpo "sia sempre rimasto nello stesso posto in cui è stato trovato". Non esistono elementi "anche lontanamente suggestivi del fatto che possa essere stato sottoposto a procedura di congelamento".


Inoltre l'ipotesi che la produzione delle lesività traumatico-contusive "possa essere attribuita a un evento accidentale risulta tecnicamente non prospettabile, delineando uno scenario in cui esse possono trovare una concreta e plausibile spiegazione tecnica solamente con l'avvenuto intervento di una terza persona. Non vi sono elementi tecnico scientifici - vi si legge - che supportino l'ipotesi del suicidio".
"La perizia ribalta tutto quello che è stato detto fino ad oggi. Io non riesco più a capire niente. Ho massima fiducia in quel che la Procura ci dirà. Basta sospetti su di me, cercate l'assassino di Lilly", ha detto oggi Sebastiano Visintin in tv a Raidue.  
   

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