"Sui fatti del Natisone e sulle
procedure di emergenza occorre fare chiarezza. Quando arriva una
richiesta di soccorso al Nue, la centrale 112 identifica la
tipologia di emergenza, localizza il chiamante e inoltra la
chiamata alla centrale di riferimento: vigili del fuoco, Sores
Fvg, polizia, carabinieri. Nel caso dell'evento del Natisone si
trattava di un soccorso tecnico urgente, non sanitario: per
questo la prima chiamata è stata inoltrata alla centrale dei
vigili del fuoco che da quel momento ha sempre gestito
direttamente tutti i colloqui telefonici con i ragazzi, e a essa
sono state inoltrate dal 112 anche le successive richiamate.
Questo significa inequivocabilmente che Patrizia, Bianca e
Cristian non hanno mai parlato con l'operatore della Sores". Lo
afferma Giulio Trillò, direttore della Struttura operativa
regionale per l'emergenza sanitaria Fvg, a seguito della
diffusione di "una serie di imprecisioni" sulla dinamica dei
fatti accaduti il 31 maggio scorso a Premariacco (Udine).
"Nel rispetto delle indagini in corso - ha aggiunto - e
riponendo massima fiducia nell'operato della magistratura,
quello che possiamo dire è che l'unica telefonata arrivata alla
nostra centrale è stata di un cittadino che alle 13:48:20
chiamando dal ponte sul Natisone ha chiesto di parlare con un
nostro operatore. Tutte le chiamate di Patrizia sono state
ricevute e gestite dalla centrale operativa dei vigili del
fuoco".
Questi ultimi hanno invece chiamato, con un contatto diretto
tra le due centrali di soccorso, alle 13:45:41, interloquendo
con l'operatore Sores. "Si ribadisce la richiesta di massima
chiarezza nel riportare informazioni - ha concluso Trillò -
anche a tutela della professionalità e onorabilità
dell'infermiere Sores coinvolto. La Sores riceve e gestisce
oltre 300mila chiamate di soccorso l'anno, garantendo
l'emergenza sanitaria in ogni angolo del Fvg: un immane lavoro
che va rispettato e tutelato".
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