L'europarlamentare dei Verdi
Tineke Strik, relatrice sulla situazione in Ungheria, ha
denunciato il "clima molto cupo" creato dal nuovo giro di vite
promesso dal primo ministro ungherese Viktor Orban, contro
media, Ong e minoranze specifiche come la comunità Lgbtqi+.
Segmenti della società già finiti nel mirino di diverse misure -
dalla legge a tutela della sovranità a quella che vieta la
'promozione' dell'omosessualità ai minori - valse a Budapest
l'avvio di procedure d'infrazione da parte dell'Ue.
Parlando ai cronisti alla vigilia della missione in Ungheria
della commissione Libertà civili del Parlamento europeo (Libe),
che si terrà dal 14 al 16 aprile, Strik ha evidenziato come il
discorso pronunciato da Orban nelle settimane scorse, in cui si
è riferito alle Ong chiamandole "insetti" e promettendo di fare
"le pulizie di Pasqua", rappresenti "un nuovo punto basso
persino nel discorso di odio" del premier.
Oltre alla messa al bando del Pride, varata nei giorni
scorsi, in arrivo ci sono dei nuovi emendamenti alla
Costituzione ungherese che includono il riconoscimento di due
soli generi, maschile e femminile, e la ;;possibilità di
sospendere la cittadinanza dei cittadini ungheresi con doppia
cittadinanza qualora rappresenti come una minaccia per la
sicurezza nazionale.
Attesa anche una nuova legge contro le Ong, già annunciata
nei giorni scorsi da Budapest. Secondo quanto riferito
dall'eurodeputata, il governo avrebbe "chiesto ai servizi
segreti di compilare una blacklist di Ong", distinguendole tra
buone e cattive. Il timore, per Strik, è che possano essere
colpite "le Ong per i diritti umani, quelle che promuovono e
monitorano la conformità con l'Ue" e che possano essere
"completamente limitate nello svolgimento del loro lavoro".
Controverso anche il riconoscimento facciale, a cui Budapest
intende far ricorso per identificare i manifestanti che sfidano
il divieto del Pride. "Sta davvero trasformando l'Ungheria in
uno stato di polizia", ha avvertito.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA