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Vertice a Londra. Putin pronto a congelare l'offensiva

Vertice a Londra. Putin pronto a congelare l'offensiva

Zelensky apre a colloqui diretti e vuole incontrare Trump a Roma

BRUXELLES, 23 aprile 2025, 09:28

Mattia Bernardo Bagnoli

ANSACheck
Vertice a Londra. Putin pronto a congelare l 'offensiva - RIPRODUZIONE RISERVATA

Vertice a Londra. Putin pronto a congelare l 'offensiva - RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUXELLES - Vladimir Putin avrebbe offerto di congelare la sua invasione dell'Ucraina lungo l'attuale linea del fronte nell'ambito degli sforzi per raggiungere un accordo di pace con Donald Trump. Lo riporta il Financial Times, e probabilmente sarà il piatto forte del nuovo round di negoziati nel quadro della Coalizione dei volenterosi che si terrà oggi a Londra, dove sono attesi gli emissari di Usa, Ucraina, Francia, Regno Unito e Germania.

Il padrone di casa sarà il ministro degli Esteri di sua maestà David Lammy, che aprirà le porte dello storico palazzo di Whitehall. L'obiettivo è quello di consolidare la posizione nel blocco occidentale - sulla pace, sulle garanzie di sicurezza - in vista del braccio di ferro con Vladimir Putin. Trump, a quanto è dato capire, si sta spazientendo e vuole chiudere in fretta, altrimenti gli Usa "passeranno oltre". Ecco perché il presidente ucraino Volodymyr Zelensky manifesta la volontà di incontrarlo a Roma, in occasione dei funerali del Pontefice, dicendosi pronto a negoziati diretti con la Russia se ci sarà un cessate il fuoco.

A Londra nel mentre sono attesi i capi della diplomazia e i consiglieri per la sicurezza nazionali. Per gli Usa ci sarà però l'inviato per l'Ucraina, Keith Kellogg, e non il segretario di Stato Usa Marco Rubio, come annunciato in precedenza. L'inviato speciale americano Steve Witkoff, secondo quanto ha annunciato Yury Ushakov, consigliere per la politica estera dello zar, ha invece in programma di recarsi a Mosca questa settimana (si tratterebbe della quarta visita in Russia in poco più di due mesi). Ora resta da capire se gli europei riusciranno a far valere le loro ragioni sull'amministrazione Trump, dato che si mostrano molto scettici sulle offerte di Mosca.

"La tregua pasquale che Putin ha annunciato in modo piuttosto inaspettato è stata un'operazione di marketing, una mossa fascinosa volta a impedire che il presidente Trump diventi impaziente e arrabbiato", ha dichiarato ad esempio alla vigilia del vertice il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot.

Un ramoscello d'ulivo dalle radici ben corte, dato che in Ucraina già bruciano le città di Kharkiv, Zaporizhzhia e Odessa così come le regioni di Sumy e Donetsk. Detto questo, se fosse genuina, la proposta di Putin cambierebbe la posizione avuta sinora, ovvero l'aspirazione a controllare per intero le quattro oblast al momento parzialmente occupati. "L'Ucraina ha proposto di prorogare il cessate il fuoco dopo Pasqua e di renderlo globale; rimane inoltre valida la nostra proposta di sospendere gli attacchi contro le infrastrutture civili", ha detto Zelensky. "Ciò che occorre", ha ripetuto, "è una sincera disponibilità da parte della Russia a partecipare a questo dialogo", ha aggiunto. Insomma, è l'ennesimo 'noi ci siamo' per mostrare a Trump che non è l'Ucraina a remare contro le iniziative di pace (sostenuta, in questo, dagli europei).

"Siamo pronti ad andare avanti nel modo più costruttivo possibile, proprio come abbiamo fatto finora, per ottenere un cessate il fuoco incondizionato, seguito da negoziati diretti con la Russia", ha dichiarato Zelensky a proposito dell'incontro di Londra. Anche Putin ha lasciato intendere di essere aperto ai "colloqui diretti" con Kiev, se le sue richieste di base saranno accolte.

La scomparsa di Papa Francesco, paradossalmente, offre ora una possibile accelerazione nei negoziati, dato che sabato prossimo a Roma si troveranno proprio i leader del formato di Londra e Parigi (ovvero, oltre a Trump e Zelensky, Starmer, Macron e Scholz). Il funerale di Bergoglio diventerebbe quindi l'occasione per un confronto inedito, complice la presenza in Europa del 47esimo presidente americano (la prima dall'insediamento), con Witkoff incaricato di portare la parola di Putin, il grande assente a Piazza San Pietro.
   

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