Se i colloqui con
l'amministrazione Trump dovessero naufragare, l'Europa
riattiverà automaticamente i controdazi su acciaio e alluminio
messi ieri in pausa. Nel frattempo, Bruxelles sta "preparando
misure di ritorsione", tra cui l'eventuale utilizzo, per la
prima volta, dello strumento anti-coercizione che consentirebbe
di colpire le esportazioni di servizi. "Disponiamo di un'ampia
gamma di misure", ha evidenziato von der Leyen, ribadendo che la
guerra commerciale avviata dal tycoon non ha "vincitori, solo
perdenti" e che "le turbolenze sui mercati" mostrano "i costi
del caos e dell'incertezza".
La tassa sui ricavi pubblicitari digitali - che colpirebbe i
grandi gruppi del tech a stelle e strisce come Meta, Google e
Apple - verrebbe applicata su scala europea, a differenza delle
attuali imposte nazionali sui servizi digitali. "Le aziende
statunitensi nel campo dei servizi fanno buoni affari nell'Ue" e
rappresentano "l'80%" del settore in Europa, "quindi, ancora una
volta, vogliamo una soluzione negoziata che sia la migliore per
tutti", ha osservato la numero uno di Palazzo Berlaymont.
Von der Leyen si è infine detta aperta a discutere un
possibile allineamento normativo tra l'Ue e gli Stati Uniti, pur
invitando alla cautela. "Penso che valga assolutamente la pena
valutare come allineare le nostre norme e i nostri standard per
semplificare" la possibilità di fare affari, "ma non dovremmo
alzare troppo le aspettative perché spesso ci sono standard
diversi" legati a "differenze nello stile di vita e nella
cultura", ha rimarcato.
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