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Via libera dell'Ue ai controdazi del 25% ai prodotti Usa

Via libera dell'Ue ai controdazi del 25% ai prodotti Usa

Solo Budapest contraria. Prime tariffe dal 15 aprile

BRUXELLES, 09 aprile 2025, 20:28

Redazione ANSA

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Via libera dell 'Ue ai controdazi del 25% ai prodotti Usa © ANSA/AFP

Via libera dell 'Ue ai controdazi del 25% ai prodotti Usa © ANSA/AFP

BRUXELLES - Via libera dell'Unione europea alla lista dei controdazi che Bruxelles metterà in campo per rispondere agli Usa. Le tariffe, che per la gran parte dei prodotti saranno del 25%, si applicheranno in tre tranche: la prima dal 15 aprile, la seconda dal 16 maggio, la terza dal primo dicembre. Il via libera è arrivato nella cosiddetta Comitatologia, procedura che la partecipazione dei rappresentanti dei Paesi membri nel rilasciare un parere formale a atti di esecuzione della Commissione. L'unica ad aver votato contro è l'Ungheria.

Il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, ha affermato, secondo quanto si legge in un tweet dal portavoce del governo magiaro, Zoltan Kovacsche tali misure porterebbero a "significativi aumenti dei prezzi" e che "la risposta giusta non sono le tariffe, ma i negoziati". Szijjártó, spiega ancora il portavoce, ha avvertito che "Bruxelles sta peggiorando la situazione concentrandosi sulle ritorsioni invece che sui negoziati". "L'Ue ha commesso un grave errore: questa situazione poteva essere evitata e ora, la cosa più importante è che Bruxelles non peggiori ulteriormente la situazione" ha aggiunto. Secondo il ministro, "i controdazi causano solo maggiori danni all'economia e ai cittadini europei e, se attuate, comporterebbero un aumento dei prezzi di 18 miliardi di fiorini in Ungheria" (44 milioni di euro,ndr).

In seno alla Comitatologia, a quanto si apprende, si è votato per alzata di mano. Ciascun Paese è stato quindi chiamato ad esprimere il proprio parere sull'applicazione di quattro liste di contromisure decise dalla Commissione in risposta ai dazi americani su acciaio e alluminio. L'unico parere negativo è giunto dal rappresentante del governo di Viktor Orban.

I controdazi "possono essere sospesi in qualsiasi momento, qualora gli Stati Uniti accettino una soluzione negoziata equa ed equilibrata", scrive la Commissione europea in una nota dopo l'approvazione delle tariffe al 10% e al 25% da parte dei Paesi membri nei confronti degli Stati Uniti.

"L'Ue ritiene che i dazi statunitensi siano ingiustificati e dannosi, in quanto provocano danni economici a entrambe le parti e all'economia globale", evidenzia l'esecutivo comunitario, ribadendo la sua "netta preferenza per la ricerca di soluzioni negoziate con gli Stati Uniti, che siano equilibrate e reciprocamente vantaggiose". Il via libera odierno da parte dei Ventisette, viene precisato, "implica che, una volta concluse le procedure interne della Commissione e pubblicato l'atto di esecuzione, le contromisure entreranno in vigore: i dazi inizieranno a essere riscossi a partire dal 15 aprile". La riscossione sarà graduale: la prima tranche al via il 15 aprile vale 3,9 miliardi di euro, la seconda del 16 maggio vale 13,5 miliardi e la terza, il primo dicembre, 3,5 miliardi.

Dalle highway agli scaffali: la lista dei controdazi Ue è un attacco mirato all'America di Trump. Fuori bourbon, alcolici e formaggi, dentro i simboli delle roccaforti repubblicane. Dazi al 10 e 25% in tre fasi per pareggiare i conti con Washington e riscuotere nel complesso 20,9 miliardi di euro. Il 15 aprile l'Europa rispolvera il vecchio elenco anti-tycoon con le prime contromisure da 3,9 miliardi di euro: saranno colpite le iconiche Harley-Davidson (con cilindrata superiore a 500 cc), le auto, gli yacht di lusso, i Levi's, le t-shirt di cotone. L'affondo spazierà dai mirtilli rossi al burro d'arachidi, dal succo d'arancia al mais dolce, per arrivare a tabacco da masticare, sigari e sigarette.

Sotto torchio anche l'universo del benessere e della salute (oli, lacche, dischetti struccanti, camici), ma anche lavastoviglie, lavatrici, stufe e ceramiche. E poi acciaio e alluminio. A pagare pegno nel tech saranno joystick, pile e batterie.

Se i colloqui con la Casa Bianca dovessero naufragare, il 16 maggio scatterà la fase due per un valore di 13,5 miliardi di euro. Il cuore pulsante dell'America repubblicana finirà sotto tiro con il manzo e il pollame di Nebraska e Kansas e il legname di Georgia, Virginia e Alabama. Colpiti anche forni, congelatori, asciugatrici e tosaerba. Sulla lista nera Ue spiccano zucchero, miele, cioccolata, caramelle, chewing gum, uova, frutta, verdure e i fondamentali da dispensa: caffè, tè, spezie, cereali, farine, oli, pasta, pane e biscotti.

Nel fuoco incrociato finiscono anche le salse sacre del fast food a stelle e strisce - ketchup, maionese e mostarda - insieme a bibite ed energy drink. Non si salvano neppure il tacchino del Thanksgiving - pur fiore all'occhiello del democratico Minnesota - e il gelato dall'Arizona. Colpita poi la moda: giacche, tailleur, sneakers, nonché l'intimo femminile dall'Ohio e dal Kentucky, cravatte e papillon made in Florida. Toccherà anche a shampoo, trucchi, dentifrici, saponi, filo interdentale. Persino rubini, zaffiri e smeraldi. Il primo dicembre, infine, l'ultimo round da altri 3,5 miliardi: saranno colpite la soia della Louisiana, feudo elettorale dello speaker repubblicano Mike Johnson, e le mandorle.

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