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Legambiente, in Emilia-Romagna 15 impianti sci dismessi

Legambiente, in Emilia-Romagna 15 impianti sci dismessi

'Nevediversa 2025', serve ripensare il turismo in montagna

BOLOGNA, 13 marzo 2025, 16:02

Redazione ANSA

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Dalle Alpi agli Appennini nevica sempre meno: il campanello d'allarme - secondo il rapporto Nevediversa 2025 di Legambiente - arriva dal numero degli impianti dismessi ad alta quota, ma anche dall'aumento dei bacini di innevamento artificiale per "fabbricare" la neve. In Italia secondo il dossier sono 265 le strutture legate agli sci non più funzionanti e di queste 15 sono in Emilia-Romagna. Il dato nazionale è raddoppiato rispetto al 2020 quando ne erano stati censiti 132.
    In regione nessuno degli impianti dismessi risulta smantellato o recuperato a diverso uso, 10 risultano temporaneamente chiusi, mentre otto sono aperti a singhiozzo.
    Altri 34 impianti sono aperti "solo grazie a importanti sovvenzioni pubbliche". Questi sono impianti che Legambiente definisce "sottoposti ad 'accanimenti terapeutici'".
    L'Emilia-Romagna per questi ultimi è terza come numero in Italia, dietro a Lombardia (59) e Abruzzo (47).
    A pesare sulla fotografia scattata da Nevediversa 2025 è la crisi climatica. "Il presidente della Regione Michele de Pascale nel suo tour di rilancio del turismo in Appennino ha parlato saggiamente di un turismo che deve essere presente tutto l'anno, della necessità di rendere attrattiva la nostra montagna anche in altre stagioni oltre quella invernale, per riportare prima di tutti gli emiliani sugli appennini, e in seconda battuta anche i turisti stranieri - commenta Davide Ferraresi, presidente di Legambiente regionale - Alla luce dei dati emersi, è evidente che gli investimenti in progetti che hanno come base il turismo invernale dello sci, come la modifica degli impianti del Corno alle Scale per un costo di oltre 7 milioni di euro o la recente inaugurazione del tapis roulant da 565 mila, sono fuori contesto rispetto al nuovo scenario meteoclimatico. Non è sufficiente un solo anno di buone nevicate per rilanciare località dove si è persa ricettività e attrattività. Serve invece un cambio di rotta deciso da parte della Regione a favore della promozione del nostro Appennino per un turismo che duri tutto l'anno, stanziando risorse per la creazione di nuovi prodotti turistici sostenibili e al passo con i tempi".
   

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