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Il barbiere di Siviglia apre stagione teatro Regio di Parma

Il barbiere di Siviglia apre stagione teatro Regio di Parma

Dal 12 gennaio con la direzione di Ceretta e la regia di Pizzi

PARMA, 08 gennaio 2024, 10:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Una fitta trama di inganni, stratagemmi e situazioni esilaranti, un linguaggio musicale brillante, un ritmo narrativo serrato fanno de Il barbiere di Siviglia una delle opere più rappresentate al mondo: il capolavoro buffo in due atti di Gioachino Rossini inaugura la stagione lirica del Teatro Regio di Parma il 12 gennaio alle 20 (repliche il 16, 18 e 20 gennaio).
    L'opera va in scena nel riallestimento in coproduzione col Rossini Opera Festival di Pesaro con la regia, le scene e i costumi di Pier Luigi Pizzi. Il ventisettenne Diego Ceretta, al debutto nel titolo e per la prima volta al Regio, sarà sul podio della Filarmonica Toscanini e del Coro del Teatro. Protagonisti il tenore Maxim Mironov (Almaviva), il mezzosoprano Maria Kataeva (Rosina), il baritono Andrzej Filończyk (Figaro), tutti e tre per la prima volta al Teatro Regio, Marco Filippo Romano (Don Bartolo), Roberto Tagliavini (Don Basilio), Elena Zilio (Berta), William Corrò (Fiorello / Un ufficiale).
    Il successo del Barbiere di Siviglia fu tutt'altro che scontato all'epoca del suo debutto, avvenuto il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina di Roma: il confronto con Giovanni Paisiello, autore appena trent'anni prima di un'opera omonima tratta dallo stesso dramma di Beaumarchais, era talmente pesante che, si racconta, molti detrattori di Rossini erano presenti alla première con l'unico scopo di boicottarla. "Casualità e intraprendenza stanno alla base della nascita dell'opera buffa più rappresentata - spiega Giuseppe Martini nelle note al libretto di sala. - La leggenda riguarda il tempo di composizione, stimato in una quindicina di giorni e la nota contestazione al debutto. Nel primo caso, va detto che Rossini era di suo veloce a scrivere, e quei tempi di lavoro erano comunque normali per l'epoca; quanto alla contestazione, è d'uso incolparne i paisielliani, ma alcuni sono propensi oggi a motivarla anche con le novità proposte dall'impaginazione rossiniana rispetto alle convenzioni. Dopo il fiasco della prima sera e le cinque repliche appena, il Barbiere ebbe successo crescente: in cinque-sei anni invase l'Europa, e nei decenni successivi sopravvisse alla crisi dell'opera buffa e di gran parte del repertorio rossiniano".
   

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