Da anni è di casa in alcuni
dei teatri dell'Emilia-Romagna, da Bologna a Parma, da Modena a
Reggio Emilia, a cominciare dalla storica residenza, dal 1989 al
1996, a Ferrara Musica, sotto la guida del suo cofondatore
Claudio Abbado: è la Chamber Orchestra of Europe, uno dei più
blasonati complessi sinfonici, ambasciatrice culturale
dell'Unione Europea nata nel 1981. Il 25 novembre alle 20,30
inaugurerà la stagione concertistica del Teatro Valli di Reggio
Emilia, dando il via anche a una nuova tornée che vedrà sul
podio sir Antonio Pappano, uno dei direttori d'orchestra più
amati dal pubblico, collaboratore abituale della COE, e alla
tastiera Beatrice Rana, la pianista italiana più conosciuta e
richiesta degli ultimi anni.
Questo tris di fuoriclasse proseguirà poi il suo giro
italiano al Teatro Verdi di Pordenone il 26, al Teatro Comunale
di Vicenza il 27 e al Teatro Galli di Rimini il 28, per
proseguire a Berlino (1/12) e a Vienna (2/12). Il programma,
comune a tutte la tappe, prevede l'Introduzione e allegro per
archi, Op. 47 di Edward Elgar, costruito come un continuo
scambio tra un quartetto d'archi concertante e l'orchestra
d'archi, e ispirato a canti popolari gallesi affidati all'estro
melodico del compositore inglese; il Concerto per pianoforte e
orchestra in la minore, Op. 54 di Robert Schumann, "Qualcosa a
metà tra sinfonia, concerto e grande sonata", diceva diceva
l'autore di quest'opera appassionata ed estroversa scritta a
partire dalla Fantasia composta per la moglie Clara in un
momento tra i più felici della sua vita. Di questo brano e di
quello composto da Clara Wieck, moglie di Schumann, Beatrice
Rana ha realizzato di recente un Cd di grande successo proprio
con la Chamber Orchestra of Europe diretta da Yannick
Nézet-Séguin. Entrambi i concerti furono eseguiti per la prima
volta in pubblico da Clara, una delle più grandi pianiste del
XIX secolo; infine la Sinfonia N. 6 in re maggiore, Op. 6 di
Antonín Dvořák, brano composto per la Filarmonica di Vienna che
però trionfò a Londra nel 1884: con essa cominciò la stagione
delle ultime grandi sinfonie del compositore, pervase da una
spontanea vena melodica e un lirismo influenzato da canti
popolari boemi.
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