- MONTALCINO (SIENA)- "Anche se le indagini sono ancora in corso, mi sento di affermare senza alcun dubbio che i produttori e tutto il territorio montalcinese sono vittima di una frode gravissima, frode che non deve tuttavia lasciare alcuna ombra sulla nostra Docg". Così in una nota il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino Fabrizio Bindocci in merito all'operazione dei carabinieri di Siena sulle bottiglie di falso Brunello. Bindocci ha anche preannunciato che il Consorzio si costituirà parte civile.
"Da anni - ha aggiunto - attraverso la tracciabilità di ogni singola bottiglia e di periodici ed intensi controlli su tutta la filiera abbiamo fatto in modo che il consumatore e gli appassionati venissero sempre più tutelati. Il sequestro delle bottiglie non deve assolutamente far passare in secondo piano ciò. Come ogni grande griffe internazionale siamo vittime naturali di tentativi di contraffazione. Siamo grati anzi all'autorità inquirente - prosegue - che con la sua attività ha fatto emergere questo tipo di comportamento delinquenziale che getta cattiva luce su sistema che invece è conosciuto a livello internazionale per la sua serietà e capacità di garantire elevatissimi controlli di qualità. Ovviamene, interpretando il sentimento di tutti i produttori ci costituiremo immediatamente parte civile verso chi ha condotto questa truffa".
Dalla vicenda, conclude il presidente consortile Bindocci, è ''emerso in modo evidente ed inequivocabile la totale estraneità dei produttori e del territorio. Tutta la vicenda si è svolta lontano da Montalcino ed ha visto protagonisti personaggi che nulla hanno a che vedere con il mondo del vino ed il territorio della Docg. E’ stata messa in piedi una filiera con l’obiettivo di sfruttare in modo fraudolento la fiducia creata in questi decenni da chi ha puntato molto sulla qualità e trasparenza. Persino l’etichetta del vino messo in commercio è di pura fantasia - ha sottolineato infine - così come è stato inventato di sana pianta il nome dell’azienda che ovviamente non ha nessun legame con il territorio. La vicenda danneggia non solo noi come grande marchio internazionale del vino, ma tutta la produzione italiana di qualità''
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