L'Italia è al venticinquesimo posto
tra 28 paesi europei per parità di genere digitale, ben 12
posizioni sotto la media europea e davanti soltanto a Grecia,
Romania e Bulgaria. E' quanto emerge dallo studio "Il divario
digitale di genere", realizzato da Università Bocconi e Plan
International con il supporto di UniCredit Foundation, la
fondazione d'impresa del Gruppo. Nelle professioni legate al
cloud computing sono uomini l'83% dei lavoratori,
nell'ingegneria l'81% e nel data engeneering il 69%. Ciò benché
sia gli uomini che, soprattutto, le donne percepiscano la
tecnologia come un'opportunità. Il divario digitale di genere
non è solo una "violazione del diritto delle ragazze e delle
donne all'informazione, alla partecipazione e all'empowerment
economico attraverso le tecnologie, ma anche un'opportunità
persa per sviluppare il potenziale delle donne e delle ragazze
nel mondo del digitale", afferma Concha López, ceo della Ong
Plan International Italia. "Siamo lieti di aver sostenuto questa
ricerca realizzata da Plan International Italia e
dall'Università Bocconi perché ne condividiamo gli obiettivi",
afferma Roberta Marracino, Responsabile Esg Strategy & Impact
Banking UniCredit. Lo scollamento tra una percezione positiva
nei confronti della tecnologia e la tendenza che porta le
"ragazze ad essere cinque volte meno propense dei ragazzi a
intraprendere una carriera in ambito tecnologico inizia in
famiglia, dove culturalmente è sottovalutata la capacità delle
ragazze in ambito scientifico, e continua a scuola", spiega
Paola Profeta, direttrice dell'Axa Research Lab on Gender
Equality dell'Università Bocconi.
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