In occasione della 'Giornata della terra' e per la prima volta dall'avvio del conflitto in Ucraina, il palco degli Electric Days al Maxxi di Roma è stato teatro per il confronto tra i rappresentanti esperti di energia dei principali partiti politici italiani, per fare il punto sullo stato la politica energetica in Italia. Se la transizione ecologica dovrà passare da processi di efficientamento energetico e dallo sviluppo delle energie rinnovabili, per tutti, il conflitto ucraino e la conseguente crisi energetica impongono oggi un'accelerazione.
Il talk, organizzato in collaborazione con Quotidiano Energia, ha visto gli interventi di Paolo Arrigoni, senatore della Lega, Gianluca Benamati, deputato del Pd, Davide Crippa, capogruppo alla Camera del M5s, Massimiliano De Toma, deputato di Fratelli D'Italia, Luca Squeri, deputato di Forza Italia.
Quest'ultimo è intervenuto evidenziando come "il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima 2030 va rivisto anche alla luce della crisi energetica di queste settimane. Va compreso che l'obiettivo non è l'elettrificazione dei consumi, ma la decarbonizzazione, rispettando il principio della neutralità tecnologica".
Dei futuri scenari energetici ha parlato Arrigoni: "Non si può pensare di perseguire la transizione energetica, senza tenere d'occhio la sostenibilità economica. Vanno oggi ripensate alcune scelte assunte in passato, mantenendo fermi due pilastri come l'efficientamento energetico e lo sviluppo delle fonti rinnovabili. La mobilità elettrica va sostenuta, ma la proposta di mettere al bando le vetture endotermiche è sbagliata e contrasta con il principio della neutralità tecnologica".
Crippa ha sottolineato che "stiamo vivendo un percorso che mette a nudo un problema di sempre, cioè che le rinnovabili vengono apprezzate per la stabilizzazione del prezzo e perché garantiscono nel tempo una certezza di costo. Questo però solo laddove ci sono contratti a lungo termine. L'elettrificazione dei processi costituisce oggi la soluzione più efficiente per ridurre le emissioni".
"Grazie agli accordi che si stanno mettendo in piedi con altri Paesi - ha osservato Benamati - l'Italia è una delle nazioni che meglio sta reagendo alla crisi energetica. La sostenibilità sociale e quella del nostro sistema produttivo devono essere al centro della transizione ecologica. Le rinnovabili possono costituire nel prossimo futuro l'arma italiana per garantire energia al sistema produttivo a costi concorrenziali. Per farlo è necessario fare ancora molto per sveltire i processi di rafforzamento delle infrastrutture per la loro produzione".
Sul boom dei costi energetici si è soffermato De Toma: "Il Paese deve dotarsi di fonti dirette di approvvigionamento energetico. Siamo in colpevole ritardo e va definita una strategia che tenga conto anche delle future esigenze. La lunghezza degli iter autorizzativi ci porta oggi ad avere un sistema impiantistico carente e tecnologicamente poco avanzato.
Partirà a breve un tavolo che vedrà coinvolti MEF e MISE per la ristrutturazione e la razionalizzazione della rete carburanti che affinché questa si adatti alle nuove forme di mobilità".
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