Un nuovo social 'che non è un social', dove non ci si mette in mostra e non si va a caccia di like né di followers. E' possibile? Sì, ci credono gli stessi ideatori delle precedenti piattaforme di amicizie virtuali, alla luce di come sono state infarcite di filtri, aggressività e fake news e dell'imperante solitudine che pare caratterizzare le nostre vite. Mentre si afferma la nuova evoluzione dell'IA capace di decidere senza di noi, confrontarsi direttamente con altre intelligenze artificiali, detta 'agentic AI' e ribattezzata in Italia come 'gli agenti IA' capaci di decidere tra di loro (Alexa è ad esempio agentic AI), le idee per correre ai ripari o per rendere la tecnologia più autentica sono state al centro dell'ultima edizione del SXSW Festival, congresso di riferimento per i creativi in ambito musicale, cinematografico, tecnologico e culturale, concluso recentemente ad Austin, in Texas.
La chiave di tutto, hanno detto gli esperti, è la creazione di iniziative autentiche e di ricerca della verità, anche attraverso la tecnologia.
E' nuovissimo, dunque, l' anti-social' per eccellenza: il neonato 'Mozi' (il nome si ispira a quello di un filosofo cinese), un social che vuole essere veramente un 'social network' e che punta esclusivamente a gruppi di amici 'veri' e non virtuali con i quali mettere in comune esperienze vere da fare insieme facendo sapere quando ci si troverà ad un evento, in un posto e così via e solo a chi si conosce direttamente.
L'obiettivo è semplice: connettersi più spesso - e di persona - con le persone a cui si tiene. Ideato da che si è posto la domanda 'come sarebbe un vero e proprio social network dopo la deriva dei social media?' ovvero Evan Williams, co-fondatore di Twitter, ideatore di Medium e ora di Mozi, che al festival texano ha detto: "Un social network reale, chiaramente, dovrebbe essere privato. Non performante. Niente profili pubblici. Niente concorsi di status pubblici. Niente conteggio dei follower.
Niente sconosciuti".
"La più grande minaccia moderna è la solitudine, il benessere sociale è la nuova emergenza ed è il pilastro mancante. Il nuovo imperativo per evitarla, anche alla luce del periodo così affollato di fake news, è puntare alla verità e alla creatività umana, anche impiegando la tecnologia più innovativa applicandola per rafforzare la verità. Il potere più grande che abbiamo è lavorare in comunità con gli altri" è l'appello degli organizzatori di Sxsw.
Tecnologia sì ma con giudizio anche per Josh Loebner e Jason Carmel, di Global Creative Data Lead che hanno evidenziato i pregiudizi umani riflessi nell'IA, che portano a una scarsa rappresentazione o alla cancellazione e all'esclusione, ad esempio, delle persone con disabilità. Mentre l'82% delle persone a livello mondiale si dice preoccupata per l'impatto delle fake news (fonte VML per Future 2025), la creatività e la ricerca della verità sono l'arma migliore per il panel di esperti a congresso, a cui hanno partecipato anche i registi della nuova campagna 'First speech' per Reporters without Borders, diventata virale.
E' fonte di autenticità anche la rivalutazione delle conoscenze e della saggezza tradizionali tanto che l'università della California e di San Diego hanno avviato laboratori in collaborazione con gli sciamani amazzonici per identificare le piante medicinali che potrebbero aiutare ad affrontare patologie neurologiche senza cure, mentre il Museo del Futuro di Dubai coinvolge i popoli indigeni per migliorare le conoscenze tra generazioni.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA