In Campania il numero delle realtà
del Terzo Settore impegnate nella
gestione dei beni confiscati è in crescita. E' quanto emerge
dalla
presentazione dell'edizione 2025 di 'Raccontiamo il Bene'' il
rapporto
annuale di Libera sul riutilizzo sociale dei beni confiscati di
cui si
è discusso questa mattina, nell'Aula don Peppe Diana del
Consiglio
regionale della Campania. Attualmente sono 186 i soggetti
coinvolti,
distribuiti in 59 Comuni, con un incremento rispetto allo scorso
anno,
quando erano 170 in 56 Comuni. Questo dato conferma la Campania
tra le regioni più attive sul fronte del riutilizzo sociale,
seconda solo
alla Sicilia. A livello nazionale, il censimento di quest'anno
ha
registrato 1.132 realtà impegnate nel recupero di beni in 398
Comuni,
un dato in crescita rispetto ai 1.065 soggetti censiti nel 2024
in 383
Comuni.
Riccardo Christian Falcone, responsabile del settore beni
confiscati di Libera Campania, parla di una fotografia
"sicuramente incoraggiante" che ne viene fuori e sui dati dice
"Sono 1.132, in 18 regioni su 20, in quasi
400 Comuni italiani, i soggetti del Terzo Settore che gestiscono
beni
confiscati e ogni giorno restituiscono concretamente alla
collettività
questi luoghi. In oltre il 56% dei casi si occupano di
attività che hanno a che fare con la macroarea del welfare e
delle
politiche sociali. Quindi, davvero si tratta di luoghi in cui ci
si
prende cura di chi fa più fatica". Per Falcone i numeri "sono in
crescita rispetto alla mappatura dello scorso anno" e aggiunge
"Certo,
questo non significa che non ci siano ancora criticità, problemi
e
nodi da sciogliere ma noi continuiamo a dire che la normativa in
materia di sequestro, confisca e riutilizzo sociale dei beni
confiscai è una normativa che funziona e che il mondo ci copia".
"Di recente l'Ue ha emanato una nuova direttiva che prende a
modello proprio la legislazione italiana. C'è bisogno di
impegnarsi tutti insieme, senza fughe in avanti, per
salvaguardare, tutelare e migliorare questa normativa e
soprattutto
c'è bisogno di evitare di utilizzare le criticità come motivo
per
scardinare l'intero sistema delle misure di prevenzione. Questo
è un
rischio possibile, che abbiamo ben presente soprattutto in
questa fase
storica e rispetto al quale diremo sempre, con chiarezza, che
queste
norme, che sono costate la vita a Pio La Torre e che hanno
coinvolto 1
milione e 200mila cittadini, non si possono toccare". L'
indagine
'Raccontiamo il bene' è stata presentata insieme a 'La linea
Libera'
quali strumenti per la lotta alle camorre promosse nell'ambito
delle
attività di sensibilizzazione e contrasto alle mafie.
All'evento sono intervenuti: il presidente del Consiglio
Regionale
della Campania Gennaro Oliviero, Mariano Di Palma referente
regionale
Libera Campania, Maria José Fava direzione nazionale Libera -
Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, Luigi Cuomo
presidente
Associazione SOS Impresa Rete per la Legalità, Roberta Gaeta
consigliera regionale della Campania e componente della
commissione
antimafia e beni confiscati. (ANSA)
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