"Peppe Barra ha saputo trasformare
la memoria culturale di Napoli in un linguaggio universale,
libero dagli stereotipi, capace di parlare al presente con
autenticità, profondità e ironia". Lo ha detto Carla Ciccarelli,
presidente del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, in
occasione del conferimento del Premio 'San Pietro a Majella'
all'attore e cantante, figura centrale del panorama culturale
partenopeo.
"La sua arte è una lezione di libertà e di fedeltà alle
radici - ha aggiunto Ciccarelli -. Con la sola forza della voce
e della scena, ha liberato la tradizione popolare da ogni
folclore, restituendole dignità, rigore e bellezza. In lui
convivono il teatro e la musica, l'oralità e la scrittura, la
sapienza antica e lo sguardo contemporaneo. È un ponte tra mondi
che spesso non si parlano, e per questo il Conservatorio lo
indica alle nuove generazioni come esempio vivo di autenticità e
di visione".
L' omaggio a Barra si è articolato in tre momenti distinti ma
connessi: un incontro con gli studenti, durante il quale
l'artista ha condiviso aneddoti, riflessioni e il racconto del
proprio percorso, da La Cantata dei Pastori alla Nuova Compagnia
di Canto Popolare; la cerimonia di premiazione nella Sala
Scarlatti, gremita di pubblico e alla presenza del direttore
Gaetano Panariello; e infine lo spettacolo 'È tutto un
carnevale' che ha visto l'ensemble giovanile del Conservatorio,
diretta da Mariano Patti, accompagnare Barra in una lettura
scenica originale de Il carnevale degli animali di Saint-Saëns,
intervallata da sette favole da lui scritte in italiano e
napoletano.
Il Premio 'San Pietro a Majella', massimo riconoscimento
dell'istituzione, è stato assegnato in passato a figure di
spicco come Aldo Ciccolini, Roberto De Simone, Riccardo Muti,
Placido Domingo e Cecilia Gasdia. "Celebrare Peppe Barra - ha
concluso il presidente - significa riconoscere che la cultura
non è mai nostalgia, ma un atto di resistenza creativa. Con la
sua voce, Napoli ha trovato un linguaggio capace di farsi
ascoltare nel mondo".
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