Anagoor presenta Ecloga XI (testi di Andrea Zanzotto) sabato prossimo, 22 ottobre nel Teatro Nuovo di Napoli; la compagnia veneta affronta così le poesie di un importante contemporaneo con un'indagine sul linguaggio della scena. Il sottotitolo, 'un omaggio presuntuoso alla grande ombra di Andrea Zanzotto', richiama, sottolineano gli autori, "quell''omaggio presuntuoso alla grande ombra di Virgilio' di cui parlava Zanzotto provando a definire le sue IX Ecloghe, raccolta di versi pubblicata nel 1962". "Non è un gioco di parole - si afferma ancora - ma la descrizione perfetta di una relazione complessa e vitale con una tradizione precedente, che stavolta Anagoor intraprende con il poeta di Pieve di Soligo, per realizzare, appunto, Ecloga XI". Il nuovo spettacolo della compagnia sarà in scena alle ore 19.00 (in replica domenica 23).
Muovendosi tra tecnologia, video e teatro, Anagoor - collettivo italiano, vincitore del Leone d'Argento per il Teatro alla Biennale Teatro 2018 e di altri premi - si confronta da tempo "e con ostinata, ricercata inattualità, con grandi maestri del passato, da Giorgione a Virgilio, fino appunto al poeta Zanzotto. Un lavoro profondo che tra simboli e archetipi conduce a una memoria culturale collettiva".
Questo nuovo lavoro, con la regia di Simone Derai (che firma anche la drammaturgia con Lisa Gasparotto), l'interpretazione di Leda Kreider e Marco Menegoni, le musiche e il sound design di Mauro Martinuz, prosegue l'indagine scenica sulla parola poetica, intercettando stavolta quella di Andrea Zanzotto, con il quale condividono la sofferenza per la devastazione e la tenacia nel rinnovare la fiamma di arti solo apparentemente inascoltate. Le voci del Recitativo Veneziano sono affidate a Luca Altavilla. "Zanzotto - sottolineano gli artisti - capta e illumina l'inferno dentro il quale siamo calati, eppure ostinatamente regge il fuoco di una speranza bambina. La sua intera opera rivela una natura complessa e cangiante, inafferrabile ma non oscura: il poeta del paesaggio, attraverso la visione della devastazione del paesaggio e la crisi del paesaggio interiore, della psiche e della lingua, afferra e connette le cause e gli effetti di un dolore che rende muti, ergendosi presto come forza civile e storica e persino metafisica". È qui, si evidenzia, "che si manifesta il raggiungimento del maestro: l'intera opera di Zanzotto come una nuova ecloga, oltre le dieci di Virgilio, parla la voce futura della profezia e rinnova la visione di un bambino che verrà e sorriderà ai genitori".
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