Nel giorno del verdetto della
Cassazione sulla prosecuzione del processo a carico dei presunti
assassini di loro figlio, i genitori di Giulio Regeni sono a
Napoli per manifestare solidarietà ai familiari di Mario
Paciolla, il giovane napoletano, assassinato nel 2020 in
Colombia durante l'esercizio delle sue funzioni di volontario
delle Nazioni Unite in circostanze mai chiarite.
Nel complesso monumentale di San Domenico Maggiore, nel
centro di Napoli, Paola e Claudio Regeni sono insieme a Anna e
Pino Paciolla, al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, al
senatore Sandro Ruotolo, a giornalisti, attivisti dei diritti
umani, esponenti del mondo della cultura, musicisti come Eugenio
Bennato.
"Chiediamo giustizia, quello che Mario ha lasciato è un
grande vuoto. Ci manca tutto di lui: gli occhi, il sorriso.
Viviamo questo stato d'animo da quando ci ha lasciato", ha detto
Anna Paciolla.
Durante la manifestazione, presente l'avvocato Ballerini, che
assiste entrambe le famiglie, è stato evidenziato il "muro di
gomma" eretto dalle Nazioni Unite, che non avrebbero mai
collaborato per la soluzione del caso. Anzi, il legale ha
annunciato che intende denunciare il funzionario entrato per
primo nella stanza dove Paciolla è stato trovato morto (un
suicidio, era stato detto in un primo momento) per occultamento
di prove. All'epoca furono lavate le macchie di sangue con
candeggina e compiuti altri atti che, secondo i familiari di
Mario, sarebbero stati funzionali a nascondere la verità.
E a chiedere "verità", oltre al presidente della Camera,
Roberto Fico, di cui è stata letta una missiva, anche il sindaco
di Napoli, Gaetano Manfredi. "Noi vogliamo la verità - ha detto
- e ci sarà un impegno continuo da parte della città affinchè
questo avvenga''. Secondo Manfredi ''bisogna spingere sulle
diplomazie e sui governi dei due Paesi''.
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