TUNISI - Si è aperta a Tunisi, sotto il patrocinio del presidente Kais Saied, la 42ma sessione del Consiglio dei ministri degli Interni arabi. In programma una serie di discussioni sulla lotta alla droga e i reati informatici. All'evento sono presenti anche delegazioni di sicurezza di alto livello, il ministro degli Interni portoghese, rappresentanti della Lega araba, l'Organizzazione internazionale della polizia criminale (Interpol), l'Ufficio delle Nazioni Unite per la lotta al terrorismo, l'Ufficio Onu contro la droga e il crimine, l'Agenzia dell'Ue per la cooperazione nell'applicazione della legge (Europol), la Naif Arab University for Security Sciences e la Federazione sportiva della polizia araba.
Nel suo discorso di apertura, il ministro dell'Interno tunisino Khaled Nouri ha affermato che i Paesi arabi "stanno attualmente affrontando numerose sfide alla sicurezza legate alla lotta contro la droga, il terrorismo, l'immigrazione irregolare e i crimini emergenti come la criminalità informatica", che ha descritto come "una seria minaccia per le nazioni arabe" e ha sottolineato la necessità di "raddoppiare gli sforzi, unificare le visioni e migliorare la cooperazione e la pianificazione". Nouri ha espresso la speranza che il Consiglio dei ministri degli Interni arabi, che sarà presieduto dal Kuwait durante questa nuova sessione, adotti "le decisioni e le raccomandazioni desiderate per rafforzare la cooperazione e gli sforzi congiunti per la sicurezza araba", scrive l'agenzia Tap. La Tunisia è impegnata negli "sforzi internazionali per combattere i crimini emergenti, i crimini transfrontalieri, i crimini informatici e altri".
Da parte sua, il ministro dell'Interno dell'Arabia Saudita e presidente onorario del Consiglio dei ministri dell'Interno arabi, il principe Abdulaziz bin Saud bin Naif bin Abdulaziz Al Saud, ha affrontato nel suo discorso i "rischi e le minacce rappresentati dalle organizzazioni terroristiche armate" osservando che questi gruppi hanno intensificato "le minacce alla sicurezza e diversificato i loro metodi, tra cui l'uso del cyberspazio e delle tecnologie emergenti", che hanno facilitato il loro accesso ad "armi, esplosivi e moderne tecniche di produzione che sono diventate più facili da acquisire". Questo, ha detto, ha esacerbato "la gravità dei rischi e le loro ripercussioni" sugli stati arabi. Il ministro saudita ha sottolineato che "questi potenziali rischi richiedono sforzi continui per migliorare la cooperazione araba nel supportare i sistemi di sicurezza delle frontiere, imporre controlli intensivi e attuare politiche efficaci".
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