Sul "becchino" si erano accesi i riflettori nel 2018 quando, fuggito dalla Siria in guerra, era diventato un testimone chiave, apparendo però sempre col volto coperto, in audizioni al Congresso statunitense per ricostruire la sistematica macchina di repressione del regime siriano. Quando la repressione del regime aveva intensificato le sue azioni per sedare la rivolta popolare del 2011, Naifeh lavorava come impiegato del comune di Damasco nei cimiteri della capitale. E in quel contesto fu incaricato di scavare alcune delle fosse comuni dove il potere siriano seppelliva i corpi dei detenuti politici uccisi sotto tortura. Naifeh ha più volte affermato di aver seppellito circa seimila corpi di vittime di "omicidi di Stato". La sua testimonianza è stata ritenuta chiave in un processo per crimini di guerra in Germania nel 2020, che ha portato alla condanna a vita dell'ex ufficiale di intelligence siriano Anwar Raslan per crimini contro l'umanità. (ANSAmed).
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