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In evidenza
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In collaborazione con ANCE Abruzzo
Il settore delle costruzioni
guarda ai dati del 2024 e incrocia le dita. L'andamento tiene,
cresce persino rispetto all'anno precedente, ma nel secondo
semestre la crescita rallenta e, in mancanza di interventi,
questa tendenza potrebbe accentuarsi, visto l'esaurirsi di
alcune misure a favore del settore. E' quanto si legge in una
nota dell'Ance Abruzzo a firma del presidente, Enrico Ricci.
A livello nazionale, stando ai numeri dell'Ance, l'anno da
poco concluso riporta una flessione tendenziale degli
investimenti in costruzioni del -5,3% rispetto al precedente.
Dopo il triennio d'oro 2021-2023 è il primo segno negativo, non
ancora preoccupante, ma è pur sempre una frenata da tenere sotto
osservazione. Il settore può ancora contare sul driver delle
opere pubbliche e PNRR che fanno segnare un +21%, mentre
nell'ambito del residenziale la componente manutenzione
straordinaria risulta calata del 22%, per la cancellazione del
super bonus 110%; in discesa anche la nuova edilizia abitativa
con -5,2%. Numeri che si riflettono negativamente sul Pil, fermo
a un +0,5% nel quarto trimestre, dimezzato rispetto alle
previsioni.
L'edilizia regionale in Abruzzo se la passa meglio nel 2024.
I numeri delle casse edili, dove afferiscono massa salari,
operai, ore lavorate e imprese attive, mostrano una crescita,
seppure a ritmo minore del 2023. Anche in questa dimensione
statistica è evidente, però, la flessione del secondo semestre
e, raffrontando lo stesso periodo, una forbice più stretta
rispetto ai dati nazionali, secondo fonte CNCE, la Commissione
nazionale paritetica per le Casse Edili.
Si conferma comunque un trend positivo, con investimenti ancora
molto alti.
In Abruzzo incide anche il lavoro che si sta facendo sulle
due ricostruzioni post sismiche e gli interventi finanziati dal
Fondo Complementare riguardanti opere per il rilancio economico
e sociale. L'Abruzzo è stata, inoltre, una delle Regioni a
maggior utilizzo della misura del super bonus 110%: se la media
nazionale si ferma al 5,8% l'Abruzzo segna un 6,4% degli edifici
interessati dai benefici fiscali.
Sulle opere del PNRR l'Abruzzo è in linea con il Paese al 38%
dei cantieri aperti rispetto alla numerosità delle gare; più
indietro rispetto al Nord 42% e al Centro 40%, ma il Sud risente
di lavori di importo elevato che hanno una gestazione più lunga.
Si prevede un incremento importante dei lavori PNRR nel 2025,
anche a seguito dell'intervento su alcuni ostacoli come la
mancanza di liquidità dei soggetti attuatori e la farraginosità
dei controlli, problemi affrontati col Decreto MEF del 7
dicembre 2024.
Il presidente di Ance Abruzzo, Enrico Ricci, commentando i
numeri si mostra ottimista sull'immediato: "L'edilizia nella
nostra regione è un settore che risente positivamente dell'opera
del post sisma che ha ancora margini sulla ricostruzione 2016 e
sulla ricostruzione pubblica del 2009 non ancora pienamente
compiuta. Il PNRR darà lavoro per tutto il 2026, ma l'orizzonte
si fa più vicino e si avverte sin da ora la necessità di
intervenire sul futuro. Resta da concludere l'aggiornamento del
prezzario unico del Cratere, fermo al 2022, e occorre prevedere
la possibilità, nella ricostruzione, di contabilizzare i lavori
del superbonus nel 2025, seppur con la possibilità di
concluderli complessivamente nel 2026. Inoltre, per mantenere i
livelli di crescita attuale e contrastare i primi segnali di
frenata occorre imprimere un'accelerazione alla messa a terra
dei lavori finanziati dai programmi FESR, FSC e per la difesa
del suolo che rappresentano un'importante opportunità per gli
anni a venire. Il dopo pandemia ha dato a tutti la dimostrazione
plastica che se cresce l'edilizia cresce il Paese".
In collaborazione con ANCE Abruzzo
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