Papa Francesco ha fatto
recapitare la Bolla di indizione del Giubileo del 2025, firmata
di suo pugno, al cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo
dell'Aquila, che a sua volta ha deciso di donare il documento
alla chiesa del capoluogo abruzzese.
"Mentre si avvicina la conclusione del mio ministero
episcopale - ha dichiarato il cardinal Petrocchi - lascio in
dono alla chiesa aquilana e quindi all'arcivescovo coadiutore
monsignor Antonio D'Angelo, la Bolla del prossimo Giubileo
firmata da Papa Francesco, perché, custodendo questo prezioso
documento, L'Aquila diventi sempre più consapevole del compito
affidatale dal Papa durante la Sua visita pastorale del 28
agosto 2022, quella cioè di essere la 'capitale del perdono e
della riconciliazione'.
Una definizione, come ho già avuto modo
di ribadire, che onora la comunità ecclesiale e civile aquilana,
ma al tempo stesso la responsabilizza e la impegna, ne disegna
l'identità e anche ne chiarisce la missione".
La Bolla 'Spes non confundit' è stata consegnata al
porporato dall'arcivescovo monsignor Rino Fisichella,
pro-prefetto del Dicastero vaticano per l'evangelizzazione e
delegato di Papa Francesco per l'organizzazione dell'Anno Santo
del 2025.
Nella bolla 'Spes non confundit' Papa Francesco scrive:
"Mi piace pensare che un percorso di grazia, animato dalla
spiritualità popolare, abbia preceduto l'indizione, nel 1300,
del primo Giubileo.
Non possiamo infatti dimenticare le varie
forme attraverso cui la grazia del perdono si è riversata con
abbondanza sul santo Popolo fedele di Dio. Ricordiamo, ad
esempio, la grande 'perdonanza' che San Celestino V volle
concedere a quanti si recavano nella Basilica di Santa Maria di
Collemaggio, a L'Aquila, nei giorni 28 e 29 agosto 1294, sei
anni prima che Papa Bonifacio VIII istituisse l'Anno Santo. La
Chiesa già sperimentava, dunque, la grazia giubilare della
misericordia...". Questo riferimento aveva suscitato emozione
nella comunità aquilana.
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