A distanza di 12 anni si è conclusa la vicenda giudiziaria che ha visto coinvolti i fratelli Franco e Sergio Celi: la Corte d'Appello dell'Aquila - alla quale erano ricorsi i loro legali, avvocato Antonio Milo e avvocato Claudio Verini - ha assolto i due da tutti i reati loro contestati, anche dalla appropriazione indebita di materiale inerte, poiché il fatto non sussiste, e dal traffico di rifiuti ex art.
256 del Dlgs 152/06, assolvendo Sergio Celi per non aver
commesso il fatto e prosciogliendo Franco Celi.
"Siamo felici che alla fine la giustizia abbia fatto il
proprio corso - hanno raccontato i due fratelli - noi siamo
sempre stati certi della correttezza del nostro operato e del
fatto che prima o poi saremmo riusciti a dimostrarlo.
Sono stati
anni molto difficili soprattutto nei rapporti con le pubbliche
amministrazioni e con i loro funzionari, da taluni dei quali
abbiamo percepito in maniera tangibile, avversità e cautela, a
seguito dell'avvio della vicenda giudiziaria, purtroppo
amplificata oltremisura dai media. L'operato della società Celi
Calcestruzzi spa è stato sempre caratterizzato da una forte
etica professionale del lavoro e dalla massima correttezza nel
rispetto delle leggi ed è solamente grazie a ciò che, pur in
presenza di un contesto generale tutt'altro che ottimale, la
società è riuscita ad ottenere una continuità di crescita sia in
termini occupazionali, offrendo oggi lavoro a circa 150
dipendenti, sia in termini economici, inserendosi tra le
principali Imprese della provincia dell'Aquila, tanto da avere
ottenuto negli anni 2021 e 2022, da parte di network altamente
specializzati, prestigiosi riconoscimenti per performance
gestionale e affidabilità finanziaria".
I fratelli Celi, nel ricordare alcuni brutti momenti che
hanno accompagnato questa vicenda, tra cui la notifica dei
provvedimenti cautelari alle 5.30 del mattino, gli arresti
domiciliari durati 13 giorni ed annullati dal Tribunale del
Riesame di L'Aquila, il proscioglimento dall'accusa del reato di
corruzione da parte del Gup del Tribunale di L'Aquila con la
formula più ampia - il fatto non sussiste - i sequestri
preventivi dei beni personali dichiarati anch'essi illegittimi
dal Tribunale del Riesame, hanno voluto ringraziare "tutte le
persone che ci hanno sempre fatto sentire il loro supporto, la
stima nei nostri confronti e che hanno sempre creduto nella
correttezza del nostro operato, nonostante tutte le pesanti
accuse che abbiamo ricevuto fin dall'inizio della vicenda.
L'esito della sentenza restituisce a noi, ai nostri
collaboratori, ai nostri clienti, ai nostri partner e alla
pubblica amministrazione, la piena verità sui fatti al tempo
contestatici e dimostra quanto inconsistenti ed infondate
fossero le accuse nei nostri confronti".
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