"Decidete di far fuori il mio
nome? Bene. Votate chi avete deciso, però credo che serietà (e
non giochetti partitocratici) voglia che la questione si
definisca: stiamo privando migliaia di persone di diritti umani
fondamentali". Così Rita Bernardini, candidata radicale alla
nomina di Garante dei detenuti abruzzesi, si è rivolta al
Consiglio regionale nel corso di una riunione organizzata da
Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzi.
"So che il 23 è all'ordine del giorno per l'ennesima volta
questo argomento. Votino un garante per l'Abruzzo: questo è ciò
che m'interessa. Del resto, non sono stata io a propormi, è
stato il presidente della Giunta regionale d'Abruzzo Luciano
D'Alfonso a fare il mio nome con largo anticipo per dare seguito
ad una legge vergognosamente congelata nei cassetti da anni. Con
Marco Pannella, trovai la proposta appassionante e presentai la
mia candidatura. L'Abruzzo è la regione di Marco e sarei davvero
onorata di essere la Garante delle persone private della libertà
in Abruzzo. Ma il 23 dovete decidere", ha concluso.
"Se ci fosse stato un garante non si sarebbe arrivati al
commissariamento della Regione sulle Rems. Anche questo è un
tema di cui si deve occupare il Garante: riguarda tutte le
persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.
L'ambito d'applicazione della legge è molto ampio", ha spiegato
l'avvocato Vincenzo Di Nanna, segretario di AGL Abruzzi.
Alla riunione erano presenti, oltre al segretario e a
numerosi iscritti dell'associazione, i consiglieri regionali
abruzzesi Leandro Bracco (Gruppo Misto), intervenuto
telefonicamente a sostegno della candidatura, e Luciano
Monticelli (Pd), il quale ha assicurato: "Noi sosteniamo la
candidatura di Rita Bernardini, perché nessuno può metterne in
discussione le competenze e le capacità, e non abbiamo problemi
a votarla".
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