"I termini del nuovo bando Inps
Home Care Premium 2025-2028 rischiano di compromettere la
continuità, la qualità e la prossimità di un sistema che ha
permesso ai Comuni di garantire un livello di prestazioni
territoriali in grado di supportare migliaia di persone con
disabilità o non autosufficienti su tutto il territorio
nazionale": è la preoccupazione espressa da Federico Gori e
Costanza Spera, rispettivamente, presidente di Anci Umbria e
coordinatrice della consulta Welfare di Anci Umbria, in una
lettera inviata alla direzione regionale Umbria dell'Inps.
Il documento - spiega Anci Umbria - vuole esprimere "la
preoccupazione dei Comuni umbri in relazione ai termini
contenuti nel nuovo bando Inps Home Care Premium che ha da
sempre rappresentato per i le amministrazioni comunali uno
strumento qualificato in grado di fornire un approccio integrato
alla gestione delle misure rivolte al supporto della non
autosufficienza".
"L'esclusione di interventi di carattere socioassistenziale
non sanitario - sottolineano Gori e Spera - quali l'attività
svolta da operatori socio-sanitari (Oss) e i servizi di
Sollievo, in favore di prestazioni fornite esclusivamente da
liberi professionisti iscritti a ordini, e non da enti del terzo
settore, svuota il concetto stesso di 'bisogno
socioassistenziale' compromettendo l'efficacia stessa del
progetto. Ciò introduce l'obbligo per i beneficiari di
anticipare i costi, incrementati per le tariffe professionali
stabilite dagli ordini, delle prestazioni integrative e della
prestazione prevalente (assistente familiare), vanificando così
il modello innovativo di accreditamento che ha garantito
l'accesso diretto ai servizi, senza anticipo economico, per
centinaia di famiglie in difficoltà economica. Inoltre
l'eliminazione dei Centri diurni per anziani e disabili tra le
prestazioni integrative, comporta un impoverimento dell'offerta
sociale e un impatto diretto sulla tenuta dei percorsi di
inclusione e sollievo per le famiglie".
"Lo scenario delineato dal nuovo bando - scrivono ancora il
presidente e la coordinatrice di Anci Umbria - incrina pertanto
la governance di un servizio riducendo il ruolo operativo dei
Comuni da enti gestori a soggetti informati e di supporto nella
fase di accreditamento dei liberi professionisti. Si tratta di
un cambio di paradigma che non tiene conto dei bisogni espressi
in questi anni dai beneficiari, snaturando un servizio di
continuità assistenziale che rischia di avere importanti
riflessi occupazionali nei territori".
"In relazione a quanto evidenziato si chiede
un'interlocuzione - concludono Gori e Spera - per rivalutare,
attraverso un percorso partecipato con i Comuni, le condizioni
previste dal nuovo bando, al fine di: salvaguardare l'impianto
originario del progetto Hcp fondato sulla domiciliarità e
l'integrazione socio-sanitaria;tutelare il ruolo operativo dei
Comuni come soggetti chiave nella gestione territoriale;
garantire ai beneficiari modalità di accesso realmente
inclusive, senza anticipi economici insostenibili e per la
maggior parte dei casi non ne hanno le capacità economiche".
La lettera si chiude affermando che anche Anci nazionale, a
seguito di segnalazioni pervenute da molti Comuni italiani, ha
provveduto ad inviare una nota in merito all'Istituto nazionale.
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