"Ancora oggi veniamo a sapere
cose nuove sul modo in cui (i medici) trattavano mio padre, come
lo prendevano in giro e come gestivano il suo trattamento. È
molto doloroso continuare a scoprire queste cose nuove ed è
doloroso che vogliano puntare il dito contro di noi come se
fossimo i responsabili". Queste le parole di Dalma Maradona
pronunciate oggi dal banco dei testimoni nel processo per la
morte del padre che vede imputato l'intero staff medico per
omicidio semplice con dolo eventuale.
Un momento durissimo per la più grande delle figlie di
Diego, che in un passaggio della testimonianza ha trattenuto a
stento le lacrime affermando che "papà mi manca ogni giorno
della mia vita e se loro (i dottori) avessero fatto il loro
lavoro, tutto questo si sarebbe potuto evitare".
"Quando ci hanno detto che stava morendo e nessuno si è
offerto di aiutarci, è stato molto doloroso. Ho la serenità di
sapere di aver fatto tutto il possibile. Se avessi saputo che
questa sarebbe stata la fine, l'avrei gestita diversamente, ma
non ho mai pensato che potesse succedere", ha affermato la
figlia nata nel 1987 dalla relazione di Diego con Claudia
Villafañe.
Oltre al neurochirurgo Leopoldo Luque, sono a giudizio anche
altre sei persone incaricate di seguire la degenza del campione
del mondo di Messico '86 dopo un intervento chirurgico per
rimuovere un ematoma alla testa.
Maradona è morto il 25 novembre per un edema polmonare acuto
dovuto a insufficienza cardiaca mentre si trovava in una
residenza della località di Tigre per lo più isolato dalla
famiglia.
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