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L'Ue resta cauta, 'ma se serve pronti alle misure'

L'Ue resta cauta, 'ma se serve pronti alle misure'

L'idea di una tassa per le Big Tech. Von der Leyen sente Starmer

BRUXELLES, 06 aprile 2025, 21:08

Michele Esposito

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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I giorni dello stupore e della profonda irritazione, pian piano, hanno fatto spazio al tempo dell'attesa. Palazzo Berlaymont, dopo messo in campo una prima risposta politica ai dazi imposti da Donald Trump, ha cominciato a lavorare discretamente alle possibile contromisure e a guardare, contemporaneamente, a cosa può accadere a Washington.

 

Anche se, a Bruxelles, si professa un certo realismo rispetto a clamorosi passi indietro del tycoon. Nel frattempo Ursula von der Leyen prova a stringere i bulloni del coordinamento non solo interno all'Ue ma anche con i partner europei non comunitari. Non è un caso, quindi, che abbia sentito il premier britannico Keir Starmer, recapitando a Downing Street la "profonda preoccupazione" della Commissione e sottolineando un duplice concetto: "L'impegno" sui negoziati resta ma, al contempo, "l'Ue è pronta a difendere i propri interessi attraverso contromisure proporzionate, se necessario", ha spiegato la numero dell'esecutivo europeo. Un principio che, probabilmente, von der Leyen ripeterà anche nell'incontro con il primo ministro norvegese Jonas Gahr Store a Bruxelles. La vera sfida, tuttavia, è trovare le contromisure che abbiano il necessario consenso tra i Paesi membri. Non a caso, a Bruxelles si parla più di contromisure che di controdazi, uscendo quindi dal binario della più classica guerra commerciale.

 

Nel mirino resterebbe comunque il settore dei servizi dove il surplus è nettamente favorevole a Washington. Da qui l'idea di una web tax europea, una sorta di equo compenso da far pagare alle Big Tech che non hanno certo problemi doganali. L'idea non è nuova, l'Ocse ci lavora, infruttuosamente, da tempo. E qualcuno, come l'Italia, ha già una digital service tax nazionale. Di questo e, non solo, si parlerà ovviamente nel delicato Consiglio Ue Commercio previsto lunedì mattina a Lussemburgo. Alla riunione parteciperà il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Occorre scongiurare una guerra commerciale. L'obiettivo primario dev'essere la tutela del nostro sistema produttivo e del nostro export", sarà linea del titolare della Farnesina. Una linea piuttosto differente da quella dei falchi, guidati dalla Francia e disposti a mettere in campo addirittura lo strumento anti-coercizione che chiuderebbe le porte del mercato Ue agli Usa. Nei prossimi giorni, in ogni caso, l'Ue batterà un colpo. Il 9 aprile è prevista l'approvazione dei dazi reciproci annunciati da Bruxelles dopo le tariffe su acciaio e alluminio decise da Trump. E, in settimana, potrebbero arrivare anche le multe per Apple e Meta per aver infranto la legge sui mercati digitali. Si tratta di un dossier separato da quello dei dazi ma che, inevitabilmente, rischia di intersecarsi con i negoziati tra Ue e Usa. Lunedì, invece, von der Leyen darà vita al dialogo strategico su acciaio e automotive, che sarà seguito da quello sulla farmaceutica. Sarà una settimana fitta di incontri per la presidente della Commissione, che avrà modo di confrontarsi anche con Frederik Persson, ceo di Business Europe, la Confindustria europea. L'obiettivo è frenare sul nascere le protese dei comparti più colpiti. Il tempo stringe e la Commissione è chiamata mettere in campo subito un piano di aiuti alle imprese. L'obiettivo è strategico: le manifestazioni anti-Trump che hanno segnato il weekend nel continente possono presto trasformarsi nell'ennesima protesta anti-Ue.

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