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Confindustria, rischio delocalizzazione, in ballo mille imprese

Confindustria, rischio delocalizzazione, in ballo mille imprese

'Svuotando base manifatturiera effetti sull'occupazione'

ROMA, 17 aprile 2025, 16:30

Redazione ANSA

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Con i dazi il rischio delocalizzazione delle imprese italiane negli Usa "è un rischio concreto, a tal punto che già lo vediamo nei dati. Se questa presidenza è stata molto dirompente, in realtà anche la strategia Biden di rafforzare molto gli incentivi hanno reso conveniente andare a produrre negli Usa". Lo ha detto il direttore del Csc di Confindustria Alessandro Fontana in audizione sul Documento di finanza.
    "Dal 2018 circa c'è questa pressione verso il resto del mondo a riportare parte delle produzioni negli Usa", ha detto Fontana spiegando che i flussi degli investimenti diretti esteri (Ide) "mostrano come l'Ue abbia ridotto, quasi dimezzato i flussi in entrata", mentre "sono rimasti alti quelli degli Usa e sono continuati a crescere quelli della Cina". Ma visto che gli Ide che sono investimenti in attività produttiva, escludendo la parte finanziaria, il rischio è che, "se svuotiamo la base manifatturiera italiana ed europea, difficilmente dopo riusciremo ad avere una crescita del valore aggiunto e del Pil adeguata e quindi difficilmente a trattenere occupazione", ha aggiunto.
    Per dare un "ordine di grandezza dei rischi", Fontana ha ricordato che le "imprese esportatrici sono circa 80 mila, di cui 24mila quelle verso gli Usa: se consideriamo le grandi imprese, il 4% degli esportatori fa circa il 60% export, mettendo insieme questi numeri arriviamo a un migliaio di grandi imprese, che fanno una quota molto importante, superiore alla metà, dell'export verso gli Usa e danno lavoro a 1,5 milioni di addetti, e i rischi sono focalizzati su queste".
   

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