"Le persone migranti che si trovano
in Libia e che sono l'emblema delle persone che subiscono
violenza, ingiustizia e respingimenti, nel messaggio di
cordoglio che hanno pubblicato per la morte del Papa hanno
scritto arrivederci. Sono state legate da uno speciale affetto
verso il Papa e il Papa le ha sempre amate. Tante volte abbiamo
accompagnato da lui persone migranti e lui quando le ha
incontrate, ha sempre abbracciato e accarezzato le loro ferite".
Lo dichiara don Mattia Ferrari, cappellano della Ong
Mediterranea saving humans, commentando la morte di Papa
Francesco. "Per tutte le persone scartate, oppresse e per tutti
i poveri del mondo è stato un padre, un fratello maggiore e come
tale era percepito. Ora siamo chiaramente tutti addolorati",
continua don Mattia spiegando che "al di là della fede che
professiamo, siamo uniti nell'amore e Papa Francesco ce lo ha
sempre ricordato con i gesti e con le parole". "Ci ha insegnato
ad amare, ci ha insegnato che la fraternità universale non è una
utopia ma un sogno che diventa carne se amiamo veramente e ci ha
mostrato - continua - che tutta la famiglia umana può essere
unita nell'amore. E di questo gli siamo grati". "La Chiesa
continuerà la sua missione verso la civiltà dell'amore che ha
avuto in lui un faro straordinario", conclude il cappellano
della Ong.
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