È stata inaugurata oggi a
Cannobio, nel Verbano-Cusio-Ossola, la mostra 'Non avrà titolo'
dedicata a Mimmo Paladino. L'esposizione, allestita a Palazzo
Parasi, si concentra sulla produzione pittorica dell'artista di
Paduli (Benevento) degli ultimi quindici anni, con alcune opere
recentissime, realizzate nei primi mesi del 2023. Sul lungolago,
poi, è presente una scultura in vetroresina, ferro e acciaio,
alta più di quattro metri e lunga più di tre e mezzo, che
raffigura uno dei suoi celebri cavalli. L'opera, così come la
mostra, resteranno a Cannobio fino all'8 ottobre.
"Il lavoro esposto conferma l'attitudine di Paladino a
osservare e guardare a un mondo arcaico che gli appartiene sia
per una cultura visiva sia per una formazione esistenziale
mediterranea - ha spiegato il curatore Lorenzo Madaro -. La sua
grande forza è saper rimanere sé stesso ma anche praticare un
cambio di passo costante e continuo, anche per quanto riguarda i
linguaggi e i materiali".
All'inaugurazione era presente anche Emilio Mazzoli, il
gallerista di Modena che lavora con Paladino da quasi mezzo
secolo: " L'ho conosciuto quando ero un ragazzo, negli anni
Settanta - ha ricordato -. L'Avanguardia era arrivata a un punto
tale che l'arte italiana faticava a competere con quella
internazionale, noi pubblicammo il libro 'Tre o quattro artisti
secchi' e cominciammo a fare mostre con nuovi artisti. Da tutto
il mondo, compresa l'Unione Sovietica, cominciarono a chiederci
notizie, così mi accorsi di aver costruito qualcosa: era
iniziata la partita della Transavanguardia", di cui Paladino è
uno dei principali esponenti.
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