"L'aver scongiurato la chiusura
dello stabilimento di Comunanza e il ricorso a licenziamenti
immediati rappresenta un risultato significativo. Nonostante
permanga una certa amarezza per l'incertezza che ancora grava
sulla situazione dei lavoratori del sito di Fabriano, gli
investimenti previsti dall'accordo (che delineano un piano
triennale per rilanciare l'attività produttiva e ridurre
l'impatto occupazionale rispetto alle previsioni iniziali ndr)
costituiscono segnali indubbiamente incoraggianti". Lo scrive
l'Uncem Marche che "accoglie con attenzione l'esito dell'accordo
siglato per la vertenza Beko, una questione che ha coinvolto da
vicino il territorio regionale. Dopo mesi di incertezza e
tensioni sociali, si chiude finalmente una fase complessa e
delicata".
La missione di Uncem Marche "è chiara: - sottolinea l'Unione
nazionale dei Comuni Enti e Comunità montane - tutelare e
promuovere lo sviluppo sostenibile delle aree interne e montane
della regione, che rappresentano non solo un presidio
territoriale fondamentale, ma anche un patrimonio di competenze,
cultura e identità".
"La crisi della Beko ha colpito duramente queste comunità,
mettendo a rischio la tenuta sociale ed economica di intere
famiglie e distretti produttivi. - ricorda Uncem Marche - L'aver
scongiurato la chiusura dello stabilimento di Comunanza e il
ricorso a licenziamenti immediati rappresenta un risultato
significativo. Nonostante permanga una certa amarezza per
l'incertezza che ancora grava sulla situazione dei lavoratori
del sito di Fabriano, gli investimenti previsti dall'accordo
(che delineano un piano triennale per rilanciare l'attività
produttiva e ridurre l'impatto occupazionale rispetto alle
previsioni iniziali ndr) costituiscono segnali indubbiamente
incoraggianti".
"Tutto ciò dimostra chiaramente la volontà di tutelare
l'identità manifatturiera, autentico patrimonio delle Marche. -
prosegue Uncem Marche - Sono stati necessari cinque mesi di
trattative per risolvere criticità che affondano le radici nel
tempo, frutto anche di gravi negligenze da parte di chi, a
livello locale e regionale, avrebbe dovuto vigilare con maggiore
responsabilità. Va guardata con fiducia, inoltre, la
trasformazione del sito di Melano in un hub europeo per la
produzione di piani cottura, radianti e a induzione, così come
l'investimento di 62 milioni di euro destinato a sviluppo di
prodotto, processo, ricerca e innovazione".
"Riconosciamo l'importanza dell'accordo raggiunto, che ha
garantito la continuità produttiva in alcuni siti e ha evitato
licenziamenti immediati - dichiara Giuseppe Amici, presidente di
Uncem Marche - ma dobbiamo al contempo essere lucidi
nell'analizzare ciò che resta da fare. La vertenza Beko ha
riportato al centro del dibattito nazionale il tema del futuro
industriale dei territori interni. La vera sfida - conclude
Amici - ora è trasformare questa crisi in un'opportunità di
rilancio, investendo con decisione su innovazione, attrattività
e infrastrutture, per non dover più rincorrere emergenze".
"Fabriano è stata lasciata sola - commenta con amarezza
Giancarlo Sagramola, vicepresidente di Uncem Marche ed ex
sindaco della città -. Il nostro territorio è stato duramente
colpito, e non vedo, nel quadro attuale, un vero piano
industriale. Si è evitata la catastrofe ma non si è costruito un
futuro. Oggi parliamo di 'accordo', ma per centinaia di
lavoratori si traduce in una perdita netta, non solo economica
ma anche esistenziale. Serve molto di più: - osserva Sagramola -
serve una reazione forte da parte della Regione e dello Stato,
con misure strutturali, incentivi e politiche capaci di
restituire a Fabriano la centralità che merita nel sistema
produttivo marchigiano".
Uncem Marche "continuerà a adoperarsi per garantire
pianificazioni perequative che permettano al sistema produttivo
di questi territori di competere con pari dignità rispetto ad
altre aree del Paese. In questa sfida, si confida nell'impegno
delle istituzioni regionali e nazionali affinché venga
confermato un percorso virtuoso, capace di sostenere lo sviluppo
dei territori attraverso investimenti mirati, in grado di
renderli davvero attrattivi".
Non è sfuggito all'Associazione il rammarico espresso
pubblicamente dal presidente della Regione Marche per quanto
accaduto a Fabriano e, confidiamo, - scrive Uncem Marche - nella
particolare attenzione che ha manifestato non solo verso il sito
produttivo, ma verso l'intero territorio coinvolto".
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