/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

I 25 anni della Primavera dei Teatri e 'La borto' di La Ruina

I 25 anni della Primavera dei Teatri e 'La borto' di La Ruina

26 maggio-1 giugno festival a Castrovillari con 35 appuntamenti

ROMA, 21 aprile 2025, 17:25

Redazione ANSA

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Paolo Petroni) Un grande applauso con molte chiamate alla ribalta di Saverio la Ruina scioglie il silenzio teso, l'attenzione e la partecipazione che hanno segnato il suo monologo (autore, regista e interprete), 'La borto', che ha avuto il suo effetto grazie anche alla intrinseca forza della lingua calabro-lucana, che all'inizio crea distanza e poi man mano avvolge e coinvolge col suo tono di verità.
    È stato l'ultimo dei suoi tre spettacoli portati a Roma al Teatro Quirino sulla violenza sulle donne, subito dopo la presentazione della Primavera dei Teatri 2025. È il festival di Castrovillari, in Calabria, in provincia di Cosenza, di cui la Ruina è direttore artistico e animatore con Dario De Luca e Settimio Pisano, giunto dal 26 maggio al primo giugno alla sua 25/ edizione, ormai vivace appuntamento di rilevanza nazionale con oltre 35 tra spettacoli teatrali, danza, musica, mostre e incontri, una giornata ricordo per Francesco Silvestri e presenza di personaggi che vanno da Iaia Forte a Danio Manfredini, da Emanuele Trevi a Letizia Russo che danno vita a un'anteprima e 9 prime nazionali, 4 residenze artistiche. Per tutte le informazioni https://primaveradeiteatri.it.
    Dopo 'Disonorata', su una violenza e un delitto d'onore, e prima di 'Polvere' sui sottili, inquietanti, prevaricatori rapporti di coppia, 'La borto', nato nel 2009 e che ha girato oramai in tutta Italia e all'estero, è raccontato da una donna, dal suo punto di vista così doloroso e quotidiano nel ritmo, lo sguardo, la lingua, che lo rende struggente e straziante, nascendo quasi come un dialogo, un discorso che la protagonista rivolge a Gesù: "facile in paradiso comportarsi bene, ma venite abbascio, qui tra le tribolazioni…".
    La donna racconta da quando tredicenne la fecero incontrare con il promesso sposo, seduto all'altro lato per lungo del tavolo con bottiglie in mezzo che non glielo fanno nemmeno vedere bene, a quando all'altare lo scopre brutto e sciancato, ma finisce per avere "l'allucinazione" di crederlo dolce e tenero; da quando nemmeno trentenne ha già otto figli e si scopre affetta da 'corridoite', ovvero girare per il corridoio non andando a letto finché il marito non si è addormentato, sino a restare incinta nuovamente con la via crucis di aborti clandestini e poi negli anni un drammatico finale in ospedale con non meno sofferenze.
    Così, sospinta e schiacciata dall'"arrangiati!" del marito, che la possiede nel senso letterale della parola e la lascia sola a provvedere a casa e figli, sempre uno attorno, uno in braccio e uno in pancia, cresce una sorta di autodifesa, di un cercare di scansarsi o non farsi vedere, di latitare con una scusa, più che una presa di coscienza. All'inizio la Ruina si aggira, appena visibile nell'oscurità grazie a una maglia bianca, e poi, pian piano viene a sedersi al centro mentre cresce la luce, come se un'immagine fantasmatica andasse pian piano a fuoco, definendosi, a annunciare il percorso della sua donna.
    L'attore infatti ce la restituisce in prima persona, in un quotidiano raccontarsi che proprio in questa dimensione diventa di straziante leggerezza e incisività emotiva, tra lamenti e farsi forza, tra pudori e confessioni, tra tenerezza e rassegnazione, tutto in piccoli gesti, espressioni del viso, movimenti della testa e del corpo, lievi intonazioni, sempre sulla sedia come fosse nell'angolo di una cucina. L'attore veste pantaloni, ciabatte e calze celesti, quasi a ricordare, nel momento in cui si fondono, l'uomo e il personaggio femminile. Il suo dire è sostenuto anche dal suono di strumenti a fiato suonati di spalle, nel buio della scena nuda.
    Uno spettacolo intimo e assieme che si rivela di violenta denuncia della situazione delle donne del sud, e non solo, di ieri come di oggi, nell'ondata di femminicidi quotidiani, capace di evitare qualsiasi nota retorica, puntando sulla dimensione più umana, che rende esemplare la cronaca.
    Quanto a Primavera dei Teatri, prima di tornare a Castrovillari per gli ultimi preparativi, ci tiene a sottolineare che "venticinque anni di festival a Sud, in Calabria, sono un piccolo miracolo. Un percorso fatto di sogni e visioni, scommesse e lotte, politica e poesia. Tempo lungo di teatro vissuto, progettato, attraversato. Anni di spazi aperti alla città, di formazione e relazioni, di cambiamenti e ritorni.
    Con l'acqua alla gola e le ali di cera, ma con i piedi saldi a terra e lo sguardo rivolto al futuro".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza