/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Il telescopio Webb fa l'autopsia di un pianeta

Il telescopio Webb fa l'autopsia di un pianeta

Ricostruita la dinamica che lo ha portato a disintegrarsi

21 aprile 2025, 08:51

di Elisa Buson

ANSACheck
Rappresentazione artistica della scia di gas caldi lasciata dal pianeta precipitato verso la sua stella (fonte: NASA, ESA, CSA, Ralf Crawford/STScI) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione artistica della scia di gas caldi lasciata dal pianeta precipitato verso la sua stella (fonte: NASA, ESA, CSA, Ralf Crawford/STScI) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Svolta nelle indagini sulla drammatica fine di un pianeta che si è consumata nella Via Lattea a circa 12.000 anni luce da noi: non è stato divorato da una vecchia stella in espansione come ipotizzato in un primo momento, ma al contrario è stato il pianeta stesso a stringere sempre più la sua orbita intorno alla stella fino a lasciarsi cadere verso di essa disintegrandosi.

.La dinamica è stata ricostruita nello studio pubblicato su The Astrophysical Journal grazie alle osservazioni del telescopio spaziale Webb, gestito dalle agenzie spaziali di Stati Uniti, Europa e Canada.

L’evento è stato individuato per la prima volta nel 2020 come un lampo di luce visibile (denominato ZTF SLRN-2020) grazie allo Zwicky Transient Facility presso l'Osservatorio Palomar del Caltech a San Diego, in California. I dati raccolti dalla missione Neowise (Near-Earth Object Wide-field Infrared Survey Explorer) della Nasa hanno mostrato che la stella si era già illuminata nell'infrarosso un anno prima, suggerendo la presenza di polvere.

Questa indagine del 2023 portò i ricercatori a credere che la stella fosse simile al Sole e in fase di invecchiamento, prossima ormai a diventare una gigante rossa che si espande man mano che esaurisce il suo combustibile. Si pensava insomma che potesse essere la prima stella osservata nell'atto di inghiottire un pianeta, ma lo strumento Miri del telescopio Webb ha raccontato una storia completamente diversa. I ricercatori hanno infatti scoperto che la stella non era così luminosa come avrebbe dovuto essere se si fosse evoluta in una gigante rossa, il che indicava che non vi era alcun rigonfiamento che avrebbe inghiottito il pianeta.

In realtà il pianeta (grande quanto Giove) orbitava attorno alla stella più vicino di quanto Mercurio orbiti attorno al Sole. Nel corso di milioni di anni si è avvicinato sempre di più, fino a ‘sfiorare’ l’atmosfera della stella. A quel punto è iniziato un processo inarrestabile che ha portato il pianeta a precipitare verso la stella. L’impatto ha espulso gas dagli strati esterni della stella che si sono poi condensati in polvere fredda. Sebbene i ricercatori si aspettassero una nube di polvere più fredda in espansione attorno alla stella, un'osservazione con lo strumento NirSpec ha rivelato un disco circumstellare caldo di gas molecolare più vicino, contenente molecole come il monossido di carbonio. Un ambiente che ricorda quello in cui si formano nuovi pianeti, anche se in questo caso è avvenuto l’esatto opposto.

 

La dinamica che ha portato il pianeta a lasciarsi cadere sulla stella (fonte: NASA, ESA, CSA, Ralf Crawford STScI)

 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza