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ANSAcom - In collaborazione con Generali
Come assicuratore partner del Paese ci proponiamo di contribuire a diffondere una corretta cultura dei rischi naturali e climatici, e anche sviluppare delle soluzioni assicurative che aiutino a mitigare gli impatti negativi del cambiamento climatico, oltre a introdurre misure di prevenzione a servizio delle famiglie e delle imprese". Lo ha sottolineato al Vinitaly di Verona Barbara Lucini, responsabile per la sostenibilità di Generali Italia. "Siamo un paese sottoassicurato - ricorda Lucini - vantiamo questo primato negativo in Europa e il nostro obiettivo è di rendere famiglie e imprese non solo più consapevoli di quella che è la nuova normalità dovuta a un'estremizzazione dei fenomeni climatici, ma anche di ragionare per il futuro, di guardare al futuro con maggiore serenità". Per Generali la strategia climatica è anche lavorare sulle cause del cambiamento climatico: "Ci siamo posti degli obiettivi importanti - ha spiegato Lucini - in materia di decarbonizzazione, che sono stati recentemente confermati del nostro piano industriale. Riguarda il nostro portafoglio di investimenti, riguarda le nostre soluzioni assicurative, riguarda anche il modo in cui conduciamo l'azienda, le nostre attività operative interne, e su questo ci siamo dati obiettivi ancora più sfidanti", ha concluso. Arianna Nardi, responsabile marketing di generali Italia e Cattolica, ricorda che "il 2024 è stato l'anno più caldo nella storia dell'umanità e noi ci troviamo di fronte a uno scenario che si stima abbia prodotto a livello globale qualcosa come 320 miliardi di danni, +30% rispetto all'anno precedente, a seguito dei cambiamenti climatici. L'Italia è un paese estremamente esposto a tutte le tipologie di rischi climatici; noi abbiamo un tessuto produttivo forte ma che dobbiamo imparare a gestire". Essere al Vinitaly per Generali dunque "significa essere vicino alle imprese, in ascolto degli imprenditori per fare cultura insieme e per progettare un futuro che sia sempre più sostenibile". Si parla così di cultura, conoscenza, offerta di prodotti, attività di prevenzione e di sperimentazione: "E' essere nelle condizioni di comprendere le esigenze di protezione degli imprenditori, in particolare del settore vitivinicolo, che però in generale afferisce ad una filiera più ampia che oggi rappresenta 15 punti percentuali del Pil. Noi dobbiamo essere nelle condizioni di proteggere le imprese, le attività produttive, i processi produttivi, i macchinari, il settore della zootecnia, le persone che lavorano intorno a tutta questa importante catena di valore. Noi abbiamo quote di mercato che oscillano tra il 30 e il 40% ma arrivano fino all'80% sul fronte della zootecnia, e un'importante ruolo di protezione nei confronti di questi imprenditori".
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