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ANSAcom - In collaborazione con ASSOGESTIONI / SALONE del RISPARMIO 2025
L’invecchiamento della popolazione e le trasformazioni del mercato del lavoro impongono una riflessione profonda sul futuro del sistema pensionistico. È quanto emerso nel corso della seconda giornata del Salone del Risparmio, dove la conferenza organizzata da Assogestioni ha riunito i rappresentanti dei tre pilastri del sistema previdenziale per un confronto sulle sinergie possibili e sulle prospettive di sviluppo. “I sistemi previdenziali devono esser sostenibili e adeguati per contribuire alla competitività dell’economia europea”, ha sottolineato Mario Nava, direttore generale della Dg Structural Reform Support della Commissione europea. “Per garantire questi due obiettivi e per la crescita del mercato dei capitali è indispensabile la crescita della previdenza complementare”. L’appello lanciato da Nava è rivolto direttamente all’industria: servono prodotti pensionistici accessibili, pensati “non per i ricchi o straricchi”, ma “praticamente per tutti”, abbassando i costi per favorire un mercato di massa. “I governi e la Commissione europea possono fare moral suasion sui giovani, ma lato offerta occorre riconsiderare i prodotti in vendita, perché sono prodotti veramente cari”. Sul fronte nazionale, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha rilanciato l’idea di un automatismo nell’adesione ai fondi pensione, soprattutto per i lavoratori alla prima esperienza. “A fronte di un’adeguata informazione ai cittadini sul sistema finanziario, è importante creare un automatismo dell’adesione verso i fondi di garanzia complementare”, ha detto. Un meccanismo che potrebbe rappresentare anche “un cambiamento culturale”.Il presidente dell’Inps Gabriele Fava ha ricordato che “entro il 2050 gli over 65 saranno il 35% del totale” e che “l’unica ricetta possibile per garantire un equilibrio generazionale a lungo termine è l’aumento della base occupazionale”. Quanto alla previdenza complementare, Fava si è detto favorevole alla possibilità di “devolvere o accantonare parte del Tfr a questi strumenti”. Il dibattito ha toccato anche il ruolo strategico che il secondo pilastro può avere per la stabilità economica. “L’incremento delle adesioni alla previdenza complementare e la promozione delle contribuzioni rappresentano una priorità strategica per il Paese”, ha osservato Arianna Immacolato, direttore Fisco e Previdenza di Assogestioni. “Rafforzare le sinergie tra i diversi pilastri non significa soltanto consolidare la sicurezza dei futuri pensionati, ma anche sostenere in maniera concreta la crescita dell’economia nazionale”.“Con la scorsa Legge di Bilancio”, ha ricordato ancora Durigon, “abbiamo aggiunto un primo tassello importante per creare meccanismi più flessibili e collegare il secondo pilastro al primo”. Restano però da attuare altri interventi, come quello che favorisca l’integrazione tra fondi e istituzioni “nell’ottica di promuovere gli investimenti nell’economia reale”. La sfida condivisa dai relatori è quella di trasformare la previdenza integrativa da scelta facoltativa a leva strutturale, capace di affrontare gli squilibri demografici e al tempo stesso di rafforzare le fondamenta del sistema economico italiano.
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