E' una "sveglia" a tutti i cittadini quella lanciata dall'ex direttore dell'Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini che presenta il suo libro 'Più uno. La politica dell'uguaglianza'.
La prima è all'Auditorium di Roma di fronte a una sala gremita che vede in platea anche politici e amici da Bruno Tabacci a Roberto Zaccaria a Nicodemo Oliverio.
Fondare un partito? Non è questo il tema, sgombra subito il campo Ruffini replicando alla prima domanda che gli arriva da Giovanni Floris. "Non ce n'è bisogno: non è che uno - sottolinea - si alza e dice 'faccio un partito', penso ce ne siano anche troppi" e "abbiamo visto l'effetto che fanno i partiti legati a una persona". Il punto è piuttosto, evidenzia, un nuovo protagonismo che deve partire dal basso. "Siamo tutti chiamati a fare politica e fare un libro è fare politica", osserva.
"Ogni cittadino - è il leit motiv - può fare qualcosa per questo Paese, siamo tutti straordinariamente utili e questo ci rende responsabili, siamo tutti chiamati a fare qualcosa". E allora, anche dopo aver visto una piazza del Popolo, "colma come non accadeva da tanto tempo", il suo appello è a che "si sveglino i cittadini, si diano da fare" e questo "senza aspettare i partiti: lo si faccia" anche perché "i partiti sono, poi, molto attenti quando si svegliano i cittadini".
L'alternativa va costruita, dunque, a partire da lì. "Io - spiega - non ho risposte ma suggerisco un metodo: quello di ricominciare a parlare e ad ascoltarsi perché così nascono idee e proposte. Mettere tutto a fattore comune, risvegliare il desiderio di essere realmente dei cittadini, non è questione di movimenti o partiti, poi verrà certamente qualcosa di buono". Il punto è, dice citando David Sassoli, non stare fermi a casa "ad aspettare che passi la nottata".
Ruffini parla da cittadino e non da federatore, dunque. Almeno per il momento. E le sue parole non suonano come una discesa in campo quanto, piuttosto, come una chiamata alle armi.
Nella sala accanto, ma non per una scelta concordata, c'è anche Romano Prodi a presentare il volume 'Il dovere della speranza' con Massimo Giannini e Giovanna Pancheri. Ruffini si accomoda in prima fila. Il Professore, che di sveglie popolari è stato in passato un deciso protagonista, chiama alla creazione di un'alternativa. Qui e ora. Non c'è tempo da perdere, è il suo monito. "Va costruita in fretta una coalizione vincente per le prossime elezioni. Siamo a metà legislatura - scandisce - o ci si mette a pensare a questo o non si fa a tempo ad arrivare". E non bisogna perdersi, avverte, sulle questioni della leadership. "Il problema di oggi - ragiona - non è chi è il primo ministro ma come facciamo una coalizione: con quali idee, con quali obiettivi".
Mettersi in cammino, insieme. "Bisogna cominciare prima dai contenuti - è il messaggio dell'ex premier - in una coalizione in cui ci vorrà che ognuno giochi la sua parte. Il Pd è il massimo responsabile, il protagonista, ma serve un'orchestra". Da bipolarista convinto il Professore, inoltre, dice no a "un centro che si metta lì in mezzo e dia le carte". E uno stop a questa prospettiva sembra arrivare anche da Ruffini che a domanda specifica ironizza: "il centro? di geometria non mi occupo dai tempi della scuola...".
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