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Tpi:A Seselj 10 anni per crimini guerra,ma non va in carcere

Leader ultranazionalista serbo era stato assolto in primo grado

11 aprile, 19:13
(ANSA) - BELGRADO, 11 APR - I giudici dell'Aja hanno condannato oggi in appello a 10 anni di reclusione per crimini di guerra e contro l'umanita' l'ultranazionalista serbo Vojislav Seselj, che era stato assolto in primo grado il 31 marzo 2016 per insufficienza di prove. Seselj, che e' deputato al parlamento di Belgrado e leader del Partito radicale serbo (Srs), e' stato riconosciuto colpevole per tre dei nove capi di accusa, in particolare per l'odio etnico, i maltrattamenti, le persecuzioni e le deportazioni della popolazione croata in Voivodina (nord della Serbia) durante le guerre degli anni novanta nella ex Jugoslavia. L'esponente ultranazionalista tuttavia non andra' in carcere dal momento che nella sentenza di condanna e' stato calcolato il periodo trascorso in detenzione da Seselj a Scheveningen (il carcere del Tribunale dell'Aja) dal febbraio 2003, quando si consegno' ai giudici, al novembre 2014, quando fu rilasciato temporaneamente per ragioni di salute e per curarsi in Serbia. A pronunciare la sentenza di secondo grado, che e' definitiva, sono stati i giudici dello speciale Meccanismo per i tribunali penali internazionali (Mict), subentrato al Tribunale penale internazionale dell'Aja (Tpi) che ha chiuso i battenti alla fine dello scorso anno. L'accusa aveva chiesto ai giudici d'appello la condanna di Seselj a 28 anni di reclusione o l'istruzione di un nuovo processo. L'imputato non era oggi presente in aula, confermando la sua posizione di assoluta indifferenza al procedimento giudiziario a suo carico, ribadita a piu' riprese dal suo ritorno in Serbia nel 2014. In una prima reazione alla condanna odierna, Seselj ha parlato di "sentenza scandalosa e del tutto illegittima", contro la quale presentera' ricorso. A suo avviso i giudici "hanno assolutamente mentito" dal momento che in Voivodina "non vi fu nessun attacco sistematico a sfondo etnico e non un solo croato fu deportato dalla Serbia". I croati di Voivodina da parte loro hanno commentato la sentenza parlando di "piccolo sollievo" per tutto quello che ha subito la comunita' croata durante gli anni novanta. "Possiamo dire che un minimo di giustizia e' stata fatta", ha detto Tomislav Zigmanov, presidente della Comunita' croata di Voivodina. In Bosnia la condanna di Seselj, pur in ritardo, e' stata ritenuta una parziale correzione all'ingiustizia della precedente sentenza assolutoria del Tpi.

Le Madri di Srebrenica tuttavia si sono dette deluse dall'entita' della pena giudicata troppo lieve. A Belgrado una organizzazione giovanile per i diritti umani ha chiesto che a Seselj, dopo la condanna per crimini di guerra, venga revocato il mandato parlamentare.

Vojislav Seselj si consegno' volontariamente al Tpi nel febbraio 2003 restando detenuto nel carcere di Scheveningen fino alla fine del 2014, quando fu rilasciato temporaneamente per ragioni di salute, e da allora non ha piu' fatto ritorno in Olanda. (ANSA)
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